Italian Sounding: cos’è e quali sono i danni per le aziende italiane

Il termine italian sounding è stato coniato per indicare le numerose imitazione di prodotti agroalimentari italiani che sfruttano l’uso di immagini, nomi e combinazioni cromatiche per truffare il consumatore finale e fargli credere che si tratti di un autentico prodotto Made in Italy.

Alcuni esempi? La salsa Pomarola argentina, il Parmesan e la Zottarella tedesca.

Una pratica fraudolenta che danneggia enormemente le aziende italiane e, in particolar modo, tutto il settore dell’export.

Stando ai dati raccolti da Coldiretti e da Filiera Italia, il valore commerciale di tutto il falso Made in Italy nel mondo supererebbe infatti i 100 miliardi di euro.

Un dato che spinge a riflettere visto che il settore dell’export agroalimentare (quello più colpito dal fenomeno dell’italian sounding) produce un giro d’affari di circa la metà, intorno ai 43 miliardi di euro.

Tra le vittime di questo genere di contraffazione non ci sono solo le aziende italiane che si occupano di food & beverage, ma anche le grandi aziende del settore manifatturiero, che ogni anno perdono milioni di euro di fatturato a causa dei capi fake che inondano il mercato nazionale ed internazionale.

Esse ovviamente sanno bene quanto sia importante tutelare il marchio, ma capiscono anche che spesso coloro che acquistano queste imitazioni non si rendono conto di acquistare un falso: sono semplicemente attratti da nomi o firme che richiamano un famoso marchio italiano.

I prodotti agro alimentari italiani più imitati

Viene spontaneo chiedersi, quindi, quanto potrebbe portare l’export agroalimentare nelle casse italiane senza la presenza di questi competitor.  

Ad aggravare ancora di più la situazione, c’è il fatto che sulle confezioni fake sono spesso presenti marchi e denominazioni creati per garantire la genuinità dei prodotti e il rispetto di elevati standard qualitativi.

Due aspetti che non sono, ovviamente, contemplati durante la produzione delle copie che si trovano sugli scaffali dei supermercati di tutto il mondo.

Quali sono i prodotti agroalimentari italiani più imitati?

Al primo posto, stando alle classifiche che pubblica periodicamente la Coldiretti, c’è il Parmigiano Reggiano, seguito dalla mozzarella di bufala e il Prosecco. Altre specialità che vantano un alto numero di imitatori sono l’Asiago, il Pecorino, il Gorgonzola, il Prosciutto San Daniele e il salame.

Le ripercussioni sul settore agro alimentare

L’italian sounding ha ripercussioni tremende su tutto il settore agro alimentare che, portando nelle casse italiane circa 538 miliardi di euro all’anno, rappresenta quasi un quarto del Prodotto interno lordo dell’intero Paese

Purtroppo, però, non è facile contrastare questo fenomeno dato che i prodotti italiani continuano a essere richiesti e apprezzati davvero in tutto il mondo.

Tra i prodotti che vengono esportati maggiormente dall’Italia, sia in Europa che nel resto del mondo, ci sono il vino, il caffè, il cioccolato e i dolciumi.

Riscuote sempre molto successo, come si evince dalla classifica dei prodotti più imitati, la pasta così come tutti i prodotti lattiero-caseari e i salumi.

La grande richiesta di prodotti italiani, però, ha fatto in modo che allo stesso tempo sia nato e cresciuto una sorta di mercato parallelo fatto di contraffazioni che fa da concorrenza sleale a tutti quei produttori che investono sulla qualità e genuinità dei prodotti del territorio italiano.

Per comprendere la grandezza di questo fenomeno e i danni che si ripercuotono sull’economia italiana, è sufficiente pensare che, secondo Filiera Italia, la diffusione dell‘italian sounding sarebbe responsabile della perdita di 300 mila posti di lavoro nel settore agroalimentare.