La contraffazione: Come tutelare il Made in Italy nel settore del fashion

L’Italia è tra i principali paesi al mondo per totale di import ed export. Migliaia d’imprese ogni giorno importano ed esportano merci: abbigliamento, alimentari, medicinali, autoveicoli. Da un lato l’export è indice di un Paese in salute, in grado di produrre (o lavorare) prodotti meglio di altri paesi. Dall’altro maggiori scambi commerciali espongono al rischio che le merci vengano contraffatte.

É fondamentale per le organizzazioni fare tutto il possibile per tutelare le proprie invenzioni, il marchio, e in generale tutto ciò su cui si ha un diritto di esclusiva.

Rivolgersi a studi professionali specializzati nella tutela dei diritti di proprietà intellettuale è basilare oggi per dare valore al proprio lavoro e scongiurare tentativi di contraffazione o pratiche che rientrano nel vasto insieme della concorrenza sleale.

Come difendersi dalla contraffazione

L’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale, WIPO, definisce e tutela la proprietà intellettuale. Questa si divide in:

  • Proprietà industriale: include marchi, brevetti, disegni.
  • Diritto d’autore: garantisce la protezione di opere letterarie, musicali, artistiche.

L’insieme delle norme esistenti in ambito di tutela della proprietà industriale è vasto. Si pensi al Codice della Proprietà Industriale o alla legge 22/1941 a tutela del diritto d’autore. Non mancano norme specifiche a tutela, ad esempio, del Made in Italy.

Nonostante non manchino norme e leggi, quello della contraffazione è un fenomeno che continua a esistere e vede l’Italia come uno dei paesi più esposti. La riproduzione di beni non autorizzata colpisce molti settori, tuttavia, il fashion e l’alimentare risultano tra i più colpiti.

La contraffazione di famosi brand (Armani, Valentino, Gucci) o di prodotti alimentari (Parmigiano Reggiano, Mozzarelle di bufala, Olio) crea un danno enorme alle imprese, le quali subiscono un danno economico e d’immagine non indifferente. È in questo contesto che registrare marchi e brevetti anche all’estero sono operazioni assolutamente da considerare al fine di:

  • Accertare il diritto sul prodotto
  • Ricevere un eventuale risarcimento danni
  • Far cessare la pratica sleale

Contraffazione: il sistema TF (Traceability & Fashion)

Al fine di arginare il fenomeno della contraffazione nel settore del Fashion, le imprese operanti possono avvalersi del sistema di tracciabilità TF – Traceability & Fashion. Si tratta di uno strumento la cui adesione è volontaria promosso da Unioncamere, dalle Camere di Commercio e da tanti altri enti tra cui:

  • Sistema Moda Italia
  • Federmoda
  • Uniontessili
  • Unione Nazionale Consumatori

Il progetto TF ha l’obiettivo di creare un sistema virtuoso a tutela tanto dei produttori quanto dei consumatori. Questi ultimi, in particolare possono così sapere:

  • In quali luoghi è avvenuto il processo di produzione
  • Le principali caratteristiche dei prodotti inerentemente a temi quali salubrità, sostenibilità

Il sistema garantisce così che il prodotto sia originale e non contraffatto.

Le imprese aderenti, ricordiamo su base volontaria, possono così beneficiare di una particolare e aggiuntiva etichetta ai propri prodotti. Il sistema mira a certificare i processi di lavorazione e commercializzazione creando filiere trasparenti che possano tutelare tutte le parti coinvolte.

Attualmente il sistema TF – Traceability & Fashion” è previsto solo per il settore del fashion:

  • Abbigliamento
  • Calzature
  • Pelletteria

Tuttavia, lo strumento potrebbe essere presto replicato e anche altri settori potrebbero avere la possibilità di usufruirne.