Come smaltire i rifiuti edili in modo corretto

Grazie ad alcune agevolazioni fiscali, come il Superbonus 110%, in tutte le città italiane c’è stato un forte aumento di interventi e opere di ristrutturazione. Lavori spesso lunghi che portano con sé una grande produzione di rifiuti edili che vanno smaltiti in maniera corretta.

Anche se di questa operazione si occupano il più delle volte le ditte responsabili dei lavori edili, è buona cosa sapere quali sono le norme che regolamentano lo smaltimento di questa categoria speciale di rifiuti.

Perché è importante? Per evitare di incorrere in multe salate e sanzioni penali, soprattutto quando i lavori sono svolti da noi e non da aziende specializzate.

Una volta trattati i rifiuti in maniera corretta, si può contattare una ditta che offra servizi di pulizia post ristrutturazione per riportare l’edificio all’aspetto che aveva prima degli interventi di riqualificazione.

Rifiuti edili: classificazione

Per rifiuti edili si intendono tutti gli scarti da costruzione e demolizione che vengono generati durante la vita di un immobile, incluse eventuali ristrutturazioni. Come si può facilmente intuire, gli scarti includono una grande quantità di materiali diversi come legno, metallo, calcestruzzo, plastica e laterizi.

La prima operazione da fare, quindi, quando si producono rifiuti edili è di selezionarli e dividerli immediatamente tra loro.

Per svolgere al meglio questo lavoro di suddivisione dei materiali, molte ditte fanno quella che viene chiamata la demolizione selettiva. Un’operazione che consiste nella demolizione mirata di tutte le parti realizzate con lo stesso materiale e che, di conseguenza, evita che rifiuti di diversa natura si mischino.

Chi è il responsabile dello smaltimento dei rifiuti edili

Secondo la legge italiana, lo smaltimento dei rifiuti edili spetta al soggetto che li ha prodotti. Nel caso, quindi, di lavori di ristrutturazione condotti da imprese edili, saranno queste a doversi occupare del corretto smaltimento delle macerie.

Se, invece, i lavori di ristrutturazione sono svolti senza rivolgersi a ditte specializzate, la responsabilità è dei privati cittadini.

Smaltimento dei rifiuti edili: come avviene

Per effettuare un corretto smaltimento dei rifiuti, è necessario il rispetto di alcune procedure regolamentate dal Testo Unico dell’Ambiente.

La prima fase è quella della raccolta dei rifiuti edili in depositi temporanei presenti sul cantiere, a cui segue quella riguardante la comunicazione all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali. Dopo aver effettuato l’individuazione dei rifiuti, questi vanno trasportati a un centro di smaltimento autorizzato.

 Per identificare i rifiuti è necessario compilare un formulario, ma solo nel caso in cui si superino i 30 kg di rifiuti giornalieri.

All’interno del formulario vanno inserite tutta una serie di informazioni tra cui i dati relativi al produttore, l’origine delle materie, la tipologia e la quantità di rifiuti prodotti.

Vanno specificati, inoltre, il tragitto eseguito dal mezzo durante le operazioni di trasporto delle macerie e l’impianto di smaltimento di destinazione.

Riciclo e recupero dei rifiuti edili

La corretta individuazione dei materiali presenti all’interno dei rifiuti edili, è importante per poter riuscire a recuperare e riciclare alcuni di essi. Ovviamente è un’operazione non sempre possibile visto che spesso si tratta di materiali inquinanti, ma non è sempre così per fortuna.

È il caso, ad esempio, del calcestruzzo che, una volta trattato adeguatamente, è ancora riutilizzabile per realizzare fondi stradali o per formare nuovo calcestruzzo.